Oggetti d’uso comune
Fin dalle sue origini la produzione vetraria altarese è stata caratterizzata dal vetro d’uso comune, invenzioni a volte originali destinate a soddisfare svariate esigenze del quotidiano.
Tra gli oggetti divenuti simbolo del centro ligure troviamo: l’acchiappamosche – muschiora -, l’acchiappa pesci per pescare nel fiume Bormida, i ganci da macellaio, i pesta carne, mortai e una serie di strumenti per la cantina. La produzione si concentrava anche su piatti, alzate, fruttiere, brocche e oliere tra cui la particolare venegrera, con l’unione di olio e aceto.
Tra le forme più caratteristiche va menzionata la bottiglia della gazzosa, chiusa da una biglia che, rimanendo bloccata nel collo strozzato della bottiglia, faceva in modo che la bibita non si sgasasse una volta aperta. Prodotta dal 1913 al 1938, fino a quando nuove disposizioni igieniche ne decretarono l’uscita dal mercato.
Tutti gli oggetti che si trovavano all’interno delle case potevano essere realizzati in vetro, dai bicchieri alle brocche, dai mestoli alle oliere, dai mortai ai pestacarni fino ai ganci da macellaio.
Altri oggetti prodotti per il vivere quotidiano facevano parte invece del mondo ecclesiastico come vasi a stanga, acque santiere, candelabri per citarne alcuni.
I cataloghi della S.A.V. destinati alla vendita riportano oltre trecento articoli e confermano la vocazione alla produzione industriale ante litteram della cooperativa altarese.