Mostre in corso
MATTEO MUSETTI
La Forza della Fragilità
Mostra fotografica in collaborazione con Quidam
Dal 14 luglio al 13 settembre 2024
Prorogata fino al 13 ottobre
Inaugurazione sabato 13 luglio ore 18:30
ore 17:30 – Talk – Conversazione tra Matteo Musetti e Matteo Ferraiuolo di Quidam
Per la XIII edizione di Altare Vetro Arte e in occasione dell’inaugurazione dell’Altare Glass Fest 2024 il Museo dell’Arte Vetraria Altarese presenta La forza della fragilità, progetto inedito del fotografo Matteo Musetti realizzato in collaborazione con Quidam.
La mostra, allestita nelle sale del primo piano del Museo, è un racconto fotografico, suddiviso in quattro capitoli, capace di addentrarsi negli spazi intimi e personali dei laboratori e della fornace del Museo che oggi continuano a portare avanti la tradizione artigianale del vetro ad Altare.
Musetti, affascinato dalla materia vitrea – nella quale ha trovato il medium perfetto su cui traferire le sue sensazioni – ci accompagna in punta di piedi, da una posizione privilegiata, ad assistere alla trasformazione del vetro borosilicato, alle raffinate incisioni su vetro e alla lavorazione in fornace.
Costantino Bormioli, Raffaello Bormioli, Vanessa Cavallaro sono le tre personalità artistiche che, insieme alla realtà museale della fornace, hanno permesso all’occhio fotografico di Musetti di entrare in sintonia con i loro banchi di lavoro, la loro manualità e creatività accompagnandolo alla scoperta di una dimensione tanto materiale quanto poetica.
Con La forza della fragilità la sua ricerca fotografica si confronta con spazi accessibili al pubblico ma allo stesso tempo privati, abitati dalla figura dell’artigiano – colui che, nonostante la sfida contemporanea di una società industrializzata e digitale – è ancora in grado di ricercare nella tradizione la propria spinta e tenacia rendendo lo spazio della bottega un’officina viva e creativa.
E’ così che la quotidianità lavorativa che Musetti mette in mostra, porta alla luce forme e colori, movimenti e virtuosismi, abilità tecniche e stilistiche che molte volte restano nascoste e sconosciute al pubblico. La forza della fragilità riesce a raccontare il dietro le quinte del lavoro creativo, la resilienza dell’artigianato locale e, soprattutto, la storia contemporanea di una tradizione antica.
Matteo Musetti
“Non fotografo ciò che vedo, fotografo ciò che sento”
Matteo Musetti (Savona 1975. Vive e lavora a Plodio) lavora acquista la sua prima fotocamera digitale reflex nel 2006 servendosi di questo strumento per interpretare in modo personale la realtà che lo circonda. Si dedica in un primo momento alla paesaggistica per poi lasciare emergere una ricerca sempre più intima e profonda che lo porta ad abbandonare la fotografia tradizionale a favore di un linguaggio sempre più personale e artistico.
Restando ancorato al suo territorio d’origine sviluppa una serie di progetti fotografici quali: “Franco la forza della curiosità”, “Staglieno un silenzio assordante”, “Pazzia arancione”.
Nel 2004 la morte del padre ha un forte impatto non solo nella sua vita ma anche nel suo rapporto con la fotografia che sviluppa con un nuovo linguaggio capace di indagare e osservare quello che sente più di ciò che “semplicemente” osserva. Da quel momento intraprende un viaggio interiore all’interno di una serie di luoghi abbandonati – ville, ospedali, manicomi, fabbriche – sulle tracce dell’assenza della figura paterna. Questi scatti vengono raccolti nel progetto “Il Silenzio è violenza”. Attualmente si sta dedicando allo studio del colore, ricercando una saturazione cromatica esplosiva e travolgente in grado di esprimere al meglio le sensazioni proprie della realtà quotidiana. Matteo Musetti ha esposto alla Biennale di Barcellona nel 2022 e alla Triennale di Arti Visive a Roma nel 2023. Tra le sue ultime mostre del 2023 si ricordano “Destinazione Ferrania, la Valbormida di Matteo Musetti” (Ferrania Film Museum, Cairo Montenotte); “Ritorno a Ormea” (Palazzo delle Meridiane, Ormea). Ha partecipato al Salon International D’Art Contemporain di Montecarlo e “Simboli – Segni – Sogni”, rassegna di arte contemporanea presso la Galleria ANIM ART di Genova. Il suo lavoro fotografico è presente nell’edizione 2021/2022 e 2023/2024 dell’Atlante dell’Arte Contemporanea De Agostini, nel Catalogo dellʼArte Moderna numero 57 – Gli artisti italiani dal primo novecento ad oggi – edito da Giorgio Mondadori e nell’Annuario Internazionale d’Arte Contemporanea 2023.
Quidam è il risultato dell’evoluzione di un’esperienza quarantennale nella lavorazione del vetro piano per l’edilizia, l’architettura, l’interior design. Con sede a Cairo Montenotte, Quidam è da sempre volta a promuovere iniziative e progetti in grado di valorizzare la Val Bormida attraverso l’arte e l’artigianato. Il suo sostegno al Museo dell’ Arte Vetraria di Altare è decennale, e numerose sono state le occasioni in cui l’Azienda ha collaborato direttamente con artisti e artigiani locali per la realizzazione di opere in vetro. Tra questi, per citare solo i più recenti, Vanessa Cavallaro e Alessandro Carnevale, a cui si è unito l’artista fotografo Matteo Musetti. Con lui è nata una stretta collaborazione che ha portato alla realizzazione della mostra “La forza della fragilità”, un preziosa occasione per Quidam per rendere omaggio all’arte vetraria del territorio, in una delle sedi museali più prestigiose d’Italia, attraverso l’obiettivo di un artista che ha scelto il vetro quale materia esclusiva per esprimere la propria arte.
ER FURME
Gli stampi nelle lavorazioni della S.A.V.
Dal 20 luglio al 29 settembre 2024
Inaugurazione sabato 20 luglio ore 18:30
ore 17:30 – Talk – L’evoluzione dello stampo. Dalla S.A.V., all’industria, all’arte contemporanea” con Michela Murialdo (Conservatrice MAV), Giuse Maggi (artista), Linda Siri (Distribution Verallia Italia stabilimento Dego), Marco Salvo (Officina stampi Verallia Italia stabilimento Dego)
Con la mostra ER FURME | Gli stampi nelle lavorazioni della S.A.V. il Museo vuole mettere in luce un aspetto importante legato all’ingegno e alla maestria dei vetrai altaresi con l’auspicio che questo possa essere il primo passo per un approfondimento storico-artistico più ampio.
La struttura organizzativa della Società Artistico Vetraria si è rivelata fondamentale per ottenere una produzione di alto livello qualitativo ma soprattutto quantitativo.
L’ottimizzazione dei ruoli e delle funzioni, dei tempi e delle singole fasi di lavoro, ha garantito infatti un processo produttivo fondato sulla lavorazione a mano ma con una chiara idea di produzione di tipo industriale ben prima dell’avvento della catena di montaggio tayloriana.
La mostra vuole raccontare alcuni degli strumenti utilizzati e progettati dalla S.A.V., fondamentali per velocizzare il lavoro e rispondere all’elevato numero di richieste da parte dei clienti.
Gli stampi, er furme in dialetto altarese, venivano realizzati all’interno della vetreria – nella falegnameria o nell’officina meccanica – in materiali diversi – legno, alluminio, ghisa – in base alla loro destinazione d’uso.
Quelli in legno, ad esempio, erano utilizzati per basse tirature o per pezzi unici mentre, dagli anni ’60, entrarono in produzione in numero limitato, stampi in cemento-amianto destinati alla produzione di globi per l’illuminazione ma anche per oggetti artistici, sia in vetro opale sia in vetro colorato trasparente.
Lo stampo è costituito da due parti unite da una cerniera ed è dotato di manici per permetterne l’apertura e la chiusura da parte dei garzoni che lavoravano nella piazza.
Tutti gli stampi, per ottenere un buon scivolamento del vetro sulle pareti, richiedevano un’attenta manutenzione e un particolare trattamento svolto con polvere di carbone e oli di qualità diversa; gli stampi per gli oggetti di maggior pregio, come i calici, venivano, ad esempio, trattati con olio di lino cotto.
La mostra presenta lo spaccato lavorativo della S.A.V., mettendo in luce la strumentazione che, insieme alla puntuale creatività e produzione collettiva, ha dato vita a una serie di oggetti che possono definirsi di “protodesign” perché rispondenti a funzionalità e valenza estetica.
Quella presente in questa sala è solo una piccola selezione del gran numero di stampi utilizzati e realizzati negli anni dalla Società, basti pensare che nel 1930 la S.A.V. disponeva di settemila stampi per uso domestico, scientifico e farmacologico.
Infine, in una zona del giardino di Villa Rosa sono in corso i lavori per realizzare un piccolo spazio dedicato ad accogliere un’ampia sezione degli stampi presenti all’interno collezione museale.
Upcoming Mostre
MAV Gallery
Il MAV. apre le porte ad esposizioni e mostre temporanee con il progetto MAV Gallery.
Gli interessati potranno presentare le domande compilando il modulo “A3 RICHIESTA MOSTRE-MAV GALLERY”, che sarà valutato da un’apposita Commissione entro 90 giorni dalla richiesta.
Le decisioni della Commissione sono insindacabili e irrevocabili.
Per maggiori informazioni, consultate il link “CRITERI COMMISSIONE MOSTRE-MAV GALLERY”.